Le origini

Comune di Rapone

Rapone  alt.  m.838  abitanti:1100

Etimo
Il toponimo deriva da rappa ,ma non spina o luogo pieno di spine ,come proposto dal Racioppi , bensì contrada o località coltivata a vigneto, in passato molto usato nell’economia del territorio, e l’accrescitivo di rapa è Rapone.

Leggenda di fondazione
Il fondatore di Rapone ,sarebbe stato Rapo,uno degli eroi degli antichi popoli italici che il poeta Virgilio canta nell’Eneide ( libro X versi 747 e seguenti) “Caedicus Alcathoum obtruncat,Socrator Hydaspen partheniumque Rapo et praedurum viribus Orsen” ( A due tolse la vita Rapo a Partenio e al gagliardo Orsone). Tale credenza è anche riportata nello stemma del paese che è costituito,infatti, dal gladio l’antico pugnale dei guerrieri e dalle parole del poeta mantovano.

Le origini
Le prime tracce della presenza umana nel territorio di Rapone risalgono al Neolitico a cui appartengono alcuni utensili in selce levigata e appuntita e di microliti,rinvenuti in tutta l’area del Liento e fino a quella opposta del Traggine e di Serra delle Pietre. Reperti vari e soprattutto frammenti di ceramica nera rinvenuti in varie contrade del territorio comunale ,danno adito a credere che gruppi umani fossero quivi insediati già agli inizi dell’epoca storica

Origine attestata
I ruderi di Rapone vecchio testimoniano l’esistenza di un antico sito ,forse già abitato dal VI secolo a.C.

Cenni storici
Rapone,ha seguito le alterne vicende della storia degli insediamenti dei Normanni prima e degli Angioini e degli Aragonesi poi. Nel catalogo dei Baroni ( XII sec.) Rapone compare tra i possedimenti di Gionata di Balvano Conte di Conza,figlio di Gilberto di Balvano finanziatore del Santuario di Pierno.Egli dà in concessione il feudo ad un suo vassallo ,Malumventre.In questo periodo il territorio gode di una situazione economica rilevante tanto da contribuire alla richiesta del Re con due militi e cioè quaranta once d’oro ,sulle trecentoventi pagate dall’intera vallata.
Ancora sotto il dominio degli Svevi,Rapone continuò ad essere una sicura realtà feudale infatti il suo nome compare ,insieme con quello del Casale di San Tommaso di Ruvo,,di Bella e di Pierno tra quelli incaricati da Federico II di provvedere alla riparazione del castello di SanFele.
Successivamente Rapone diventa proprietà dei Filangieri ,tolto a Gionata a causa della congiura da lui operata assieme ad altri signori contro il Re Guglielmo I detto ,il Malo per la sua crudeltà. Nel 1268,Rapone partecipò alla rivolta ghibellina in favore degli Svevi e contro gli Angioini.
Carlo I d’Angiò nel premiare i suoi seguaci, donò loro i numerosi feudi sottratti ai signori che si erano schierati con Manfredi così Rapone nel 1271 insieme a Rapolla, Cisterna e Pietrapalomba, passò a Herveo di Chevreuse signore della Contea di Conza.

Da questo momento incominciò in pratica il vero declino del feudo di Rapone nel quadro di una decadenza totale di tutta l’area interna dell’Ofanto, perché da allora pressione varie, abusi, violenze e sopraffazione fecero sì che non solo il feudo di Rapone, ma l’intera zona ,cadessero nel più grande squallore, aprendo la strada al banditismo e al brigantaggio. Tanto che re Carlo, preoccupato, si vide nella necessità di prendere seri provvedimenti contro i pericoli e l’insicurezza di questi luoghi, adottando la decisione di affidare a Giovanni Gaulart, signore di Rapone e di Armaterra e al fratello Rinaldo il controllo di queste campagne.
Col tipico sistema feudale dei secoli scorsi, Rapone passò in mano a vari signori, da Giovanni Pipino ai Sanseverino, da Carlo Ruffo a Pietro D’Alemagna, poi fu acquistato dai signori Carafa i quali lo vendettero ai D’Anna che lo governarono fino alla soppressione del regime feudale nel 1806.
Rapone è stata una vivace protagonista nel secolo delle lotte liberali e risorgimentali.
Già nel 1824 si celebra un primo processo a carico di Marco Santoro ed altri per riunioni settarie e per la manifestazione del 2 luglio 1820 in cui fù innalzato l’albero della libertà.Un secondo processo si tiene nel 1848 contro 39 persone accusate di cospirazione.I rivoltosi appartengono per lo più alle maggiori famiglie borghesi del paese,quali i Nicolais,Tozzi,Cristiani,Lettieri,Pinto e Cappiello.Un terzo vede come imputati i fratelli Pinto e i liberali raponesi Francesco Pacella , Angelo Marangiello e altri.E’ il 1851.A ragione di tutti questi patrioti il paese si schiera,dopo l’unita D’Italia con il Re piemontese.
Rapone è patria del poeta e patriota risorgimentale Angelo Marangiello e del poeta dialettale Carmine Tozzi.


Fonti bibliografiche
Itinerario storico nel Vulture-Melfese a cura di Enzo NAVAZIO e Mauro TARTAGLIA
Ed. Comunità Montana del Vulture
Potenza: una Provincia di cento Comuni a cura di Angelo Lucano LAROTONDA
Ed. Amministrazione provinciale di Potenza
Rapone tra storia e leggenda a cura dell’Amministrazione Comunale
Ed. Biblioteca Comunale
Libere Voci periodico di informazione locale
Ed. Circolo C.S.I. Rapone


Si ringrazia Vito Michele Cristiani per le ricerche effettuate

Pagina aggiornata il 11/12/2023