Storia

Comune di Rapone

Rapone è un Comune della Basilicata, a nord di Potenza; ha una superficie prevalentemente collinare e si eleva a 838 m s.l.m. sul versante destro dell’alto bacino dell’Ofanto, mentre dal versante Est domina tutta la valle di Vitalba; vetta massima del Comune è il monte Rapone (m.1241).
Oltre al fiume Ofanto, attraversano il territorio i fiumi Traggine e Liento ed altri corsi d’acqua minori.
Estese sono le aree boschive ed immensi i prati, in parte adibiti al pascolo e all’agricoltura.
Alcuni ritrovamenti archeologici confermano che la zona è abitata con continuità sin dal Paleolitico.
Con ogni probabilità un primitivo insediamento sorse nel VI secolo a.C., un po’ più sopra di Serra delle Pietre, a destra dell’Ofanto e durò per oltre mille anni, fin quando la guerra tra Goti e Bizantini costrinse i primi raponesi a lasciare questo luogo originario, ricordato come Rapone Vecchio e a rifugiarsi a monte, dove verosimilmente edificarono l’attuale abitato.
La tradizione, invece, vuole che fondatore di Rapone sia stato un certo Rapo, guerriero italico citato da Virgilio nel canto decimo dell’Eneide, dal quale ne deriverebbe anche il nome.

Caedicus Alcathoum obtruncat, Socrator Hydaspen, partheniumque Rapo et praedurum viribus Orsen.

A due la vita tolse Rapo: a Partenio e al gagliardo Orsone.

Rapo era un guerriero che combatté nella guerra tra il troiano Enea e Turno, re dei Rutuli (popolazione italica preromana), togliendo la vita ai troiani Partenio e Orse.
Più accreditata è la derivazione del nome Rapone dall’espressione greco – bizantina “ra ponos” che significherebbe “sorto dal dolore” e sembra confermare l’ipotesi della fondazione del paese da parte degli abitanti di Rapone vecchio fuggiti dalla guerra.

Nel medioevo, con i Normanni, il territorio gode di una prospera condizione economica che prosegue anche sotto il dominio degli Svevi, infatti dal 1268, Rapone si schierò a fianco di Manfredi di Svevia contro gli Angioini. Con la sconfitta di Manfredi, tutta la zona passò sotto il controllo degli Angioini che si dimostrarono pessimi feudatari e Rapone seguì la triste sorte di tutta l’area interna dell’Ofanto: abusi, violenze e sopraffazione precipitarono l’intero comprensorio nella più grande miseria e desolazione.
Ci volle molto tempo prima che questo territorio e il nostro Paese potessero iniziare a recuperare la prosperità e l’orgoglio che meritano.

Pagina aggiornata il 11/12/2023