CAPPELLA DEL CALVARIO
La Cappellina del Calvario è stata costruita nel 1907 ad un quadrivio precisamente alla periferia del paese, è di modeste dimensioni e custodisce le statuette dell’Addolorata e della Maddalena.
Purtroppo questa splendida cappella viene aperta al pubblico soltanto in occasione della processione del Venerdì Santo che anticamente si svolgeva la mattina presto e venivano portate in processione anche le statue di Gesù deposto dalla croce e quella dell’Addolorata.
Nel 1994,è stata restaurata per motivi urbanistici, infatti è stata arretrata di alcuni metri rispetto alle misure originarie, ma nonostante tutto è sempre una delle più belle cappelline di Rapone.
CAPPELLA DEL SACRO CUORE
La Cappella del Sacro Cuore è collocata nella piazzetta di S. Pietro, in pratica si trova al centro storico del Comune di Rapone, è stata costruita come cappella gentilizia dei Carbuti, una delle famiglie più nobili del paese.
L’interno della chiesa è di singolare fattura, infatti presenta una particolarità, sul pavimento si trova una pietra con la scritta “Cimitero“, a testimonianza che un giorno vi seppellivano i defunti, ancora vi è un’acquasantiera decorata all’esterno con baccelli che si concludono in una cornice terminale modanata, all’interno della stessa è scolpita a bassorilievo una testa alata.
La cappella è stata ristrutturata nel 1925 e prima del terremoto del 1980 nella chiesa erano custodite la statua del Sacro Cuore, posta sull’altare e quella della Madonna delle Grazie, posta su una parete laterale.
Per quanto riguarda le ricorrenze che si celebrano in questa chiesa si concentrano soprattutto nel mese di giugno, perché è il mese dedicato al Cuore di Gesù e questo viene fatto fino al giorno della festività della Madonna delle Grazie, inoltre il 2 Luglio, si celebrava la messa a cui si faceva seguito la processione. La chiesa è la sede di una associazione femminile di preghiera, l’Associazione del Sacro Cuore, che annoverava un cospicuo numero di iscritte che fervidamente partecipano ad ogni manifestazione religiosa, raccolte intorno al loro stendardo.
CAPPELLA DI SAN MICHELE ARCANGELO
La cappellina in cui si venera San Michele, il vincitore dei ribelli, è situata nel bosco di Rapone, nella località Fratanorie, al bivio tra la strada Provinciale per il paese e quella per Ruvo del Monte ed è stata eretta per volontà dello stesso Santo. Per spigare meglio questa volontà, si racconta che durante la prima Guerra Mondiale (1915-1918), apparve in sogno a uno dei coniugi Pinto, esattamente al marito, il Santo che, indicando il luogo, espresse il suo desiderio, la mattina dopo Salvatore (il marito), disse tutto alla moglie Maria.
La famiglia Pinto abitava negli Stati Uniti, naturalmente entrambi i coniugi erano nati a Rapone e poi erano emigrati all’estero, dopo la guerra ritornati in Italia, i coniugi passarono per il luogo indicato da San Michele perché si recavano a far visita ad alcuni parenti e si limitarono soltanto a ricordarsi della visione. Dopo qualche anno il Sig. Pinto Salvatore fu colpito da una paralisi e durante l’infermità e negli ultimi giorni della sua vita continuava ad insistere affinché la cappella fosse edificata in quel posto, ma purtroppo non fu ascoltato e la moglie dopo la sua morte, a sue spese fece costruire la cappella, laddove voleva il Santo.
L’8 Maggio 1937 vi si celebrò la prima festa e da quel giorno, ogni anno l’8 Maggio e il 29 Settembre è un accorrere di fedeli anche da paesi limitrofi. La devozione era particolarmente diffusa tra i calitrani, per il fatto che San Michele era considerato il protettore degli uomini nel momento della morte e l’accompagnatore delle anime nell’aldilà.
CAPPELLA DI SAN VITO MARTIRE
La Cappella di San Vito Martire prima del terremoto del 1910 era ubicata nella parte sud del Cimitero, dopo il sisma gli abitanti di Rapone, con enormi sacrifici, edificarono la cappella in un altri luogo dove si trova tuttora e venne innaugurata nel 1925. Gli artefici di questo lavoro furono diversi bravi muratori, quali Benedetto Nicolas, Giuseppe e Domenico Laretina e Pietro Gamma che furono accompagnati da tanta volenterosa manovalanza e soprattutto da tanta fede, naturalmente negli anni successivi per dare maggiore valore a tale opera venne abbellita e arricchita di nuovi arredi.
All’interno, sono custodite oltre alla statua di San Vito, opera di notevole pregio collocata sull’altare maggiore, anche le statue di San Filippo Neri e quella dell’Incoronata, quest’ultima attualmente è collocata nella cappella del Sacro Cuore e si compone di una struttura arborea, in materiale ligneo, su cui è poggiata l’immagine della Vergine orante, fatta di cartapesta, inoltre ai piedi dell’albero vi è una piccola scena campestre, sempre in cartapesta, composta da una coppia di buoi legati al giogo dell’aratro e da due contadini, uno dei quali inginocchiato in preghiera.
La chiesa per la maggior parte è in pietra, infatti il portale e gli altari ne sono una testimonianza, mentre la volta è affrescata con l’immagine di San Vito. A seguito del terremoto del 23 Novembre 1980, la cappella subì notevolissimi danni, tanto che la Sovrintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici della Regione Basilicata ne ordinò la demolizione, tale notizia si diffuse subito nel paese e all’estero, infatti l’Associazione Pro-Loco di Rapone, nell’agosto 1981, promosse la costituzione di un apposito comitato civico, dandone comunicazione, con un manifesto pubblico, a tutti i cittadini interessati, quindi il 14 Settembre dello stesso anno nacque, così, il “Comitato Civico per la ricostruzione della cappella di San Vito Martire”, composto da ben 38 persone e presieduto dal Sig. Michele Pinto, mentre i riponesi emigranti all’estero raccolsero, in pochi mesi, una considerevole somma che inviarono al costituito Comitato Civico.
L’Amministrazione Comunale, dall’altro canto, contribuì offrendo una cospicua somma e inoltre ogni abitante con grande generosità partecipò alla realizzazione dell’opera sia attraverso l’offerta di somme di denaro sia attraverso l’offerta della propria manodopera o di materiali edili.
Gli abitanti di Rapone guidati da una grande fede riuscirono nel proprio intento, infatti il 15 Giugno del 1989 inaugurarono la cappella con immensa gioia e orgoglio.
Ogni anno, l’ultimo sabato di Aprile, viene celebrata la festa dell’Incoronata, preceduta dalla novena, in effetti dopo la messa, la quale viene annunciata dal suono di un tamburo portato per le strade di Rapone come gli antichi banditori, viene portata in processione la statua di San Vito dalla cappella fino alla chiesa Madre, in preparazione della festa di Giugno e poi alla fine di Settembre si porta nuovamente la stessa in paese per la festa di Ottobre. Il giorno di San Vito o la vigilia, molti fedeli non “cammran” , cioè “non mangiano carne”, digiunano o mangiano solo pane e acqua, per una mortificazione propiziatrice.
In conclusione si racconta una simpatica leggenda su San Vito, infatti si ricorda che durante gli anni dell’Unità d’Italia, i briganti, che già controllavano il territorio, giunsero fino nelle vicinanze del paese ma non riuscirono ad entrarvi per l’opposizione di un pastorello con i suoi cani e la leggenda popolare vuole che quest’ultimo fosse proprio San Vito.
CHIESA DI SANTA MARIA AD NIVES
Questa chiesa ha un portale di ingresso con una particolarità, infatti riporta un’iscrizione datata 1815., ma la vera bellezza la si può scoprire soltanto all’interno, infatti dispone di un coro ligneo formato da due filari che si fronteggino e che ospitano i membri della congregazione, mentre i tre stalli centrali del fianco sinistro presentano una sopraelevazione che serve per il priore ed i due assistenti. Il filare sinistro include anche in controfacciata un confessionale e possiede altresì un crocifisso in legno policromato ed una Madonna con Bambino in cartapesta ottocentesca e sempre dello stesso periodo è l’altare in pietra con intarsi in marmi policromi.
La chiesa venne ristrutturata nel 1749, in seguito alla Santa Missione dei Redentoristi, ma è stata ritoccata anche recentemente a causa del terremoto del 1980, infatti i lavori sono stati svolti dalla Sovrintendenza ai beni ambientali di Potenza.
Alla chiesa appartiene la Confraternita del SS.mo Rosario e il due Febbraio vi si celebra la festa della “Canderola con la benedizione delle candele ed una breve processione intorno alla chiesa, la candela benedetta viene portata a casa dai fedeli e si accende durante i violenti temporali.
La Novena, che viene officiata nei giorni precedenti, anticamente era celebrata la mattina presto, verso le quattro e questa era molto praticata dalla popolazione che vi partecipava in massa nonostante abitasse nelle campagne.
La chiesa viene aperta al pubblico ogni anno il 1 novembre invece resta chiusa la domenica antecedente la festa di San Vito. La confraternita ha obbligo di partecipare alle seguenti processioni: Corpus Domini, San Vito, Domenica delle Palme, Venerdì Santo.
Un’ altra ricorrenza importante è il Giovedì Santo, infatti i componenti della Confraternita si recano alla Chiesa Madre per partecipare alla funzione religiosa dopo aver percorso le strade del Paese intonando il “TE DEUM”, vestiti con una camicia bianca, la cotta nera, il cappuccio in testa e con la croce addosso, inoltre durante la Quaresima, ogni domenica sera si celebra la “Via Crucis”.
CHIESA DI SANTA MARIA DEI SANTI
La chiesa di Rapone più antica di cui resta testimonianza è quella di Santa Maria dei santi, nata come cenobio nel 1131 ed eretta, secondo l’Acocella, dallo stesso San Guglielmo da Vercelli, fondatore delle abbazie di Montevergine (119) e del S. salvatore al Boleto (1133).
La certezza che la sua fondazione risale al XII secolo è data anche da una bolla di Innocenzo III dell’ 11 novembre 1200, indirizzata all’arcivescovo di Conza, Pantaleone. Sotto l’osservanza della regola benedettina fu, successivamente, arricchita di lasciti e di privilegi; nel secolo seguente raggiunse il massimo splendore, ma dopo alcuni secoli di prosperità cominciò a decadere lentamente.
Nel 1548 venne concessa a Pietro di Cola Caruso restando nelle mani dell’Annunziata di Napoli, inoltre l’ultima notizia su questa chiesa si riferisce al 1691, quando il vicario generale di Conza, Donat’Antonio Castellano, parlando della sacra visita di quell’anno, ha lasciato scritto:” la mensa arcivescovile di Conza possiede molte entrate, solo questa di Santa Maria dei Santi oggi sta in essere”. L’Acocella citava ancora nel secolo scorso: “Nulla più avanza dell’antica badia, solo una chiesetta, rifatta nei secoli posteriori, accoglie tuttora i devoti che, nella prima domenica del fiorito maggio, vi si recano in pellegrinaggio, innalzando fervidi canti di gioia e di amore”. Ancora oggi, quel luogo che conobbe l’ardore della fede e dell’osservanza della regola benedettine, durante il mese mariano, è meta di pellegrinaggi da parte della popolazione di Rapone e dei paese limitrofi, così come scriveva il Castellano nell’600: “E’ una chiesa assai devota che i confinanti vi concorrono, ricevono molte grazie dalla Madre Santissima”.
A questa chiesa è legata una leggenda che corre spesso sulla bocca dei riponesi, infatti si racconta che, anticamente, i proprietari del fondo dove sorge la cappella, volendo trasformare la stessa in stalla, avessero incaricato alcune persone di trasferire di notte, al statua in paese. Dopo aver camminato per un po’, con la statua sulle spalle, questa divenne talmente pesante che non riuscirono più a sostenerla e tornarono indietro. Man mano che si avvicinavano alla cappellina, la statua diventava sempre più leggera, per questa ragione si pensa che la Madonnina sia rimasta sempre in questa chiesetta. A memoria di quanto si racconta, la processione compie il suo percorso, ancora oggi, fino al punto in cui queste persone decisero di tornare indietro. La statua, attualmente, è collocata in una piccola nicchia nella parete laterale, alla sinistra del portale d’ingresso.
CHIESA MADRE S. NICOLA DI BARI
La Chiesa Madre o chiesa parrocchiale è dedicata a S. Nicola di Bari, è un organismo architettonico del Cinquecento ed è articolato in più corpi, in particolare comprende la chiesa, il campanile e gli uffici parrocchiali.
La chiesa è stata ristrutturata, infatti prima del terremoto del 23 novembre 1980 si presentava con tre navate di cui la centrale era definita da una controsoffittatura in legno a stucco, mentre le navate laterali erano coperte da volte a crociera e inoltre erano arricchite da numerosi altari di pregevole fattura, per quanto riguarda la muratura era in pietrame irregolare con rinforzi angolari di laterizio. Al centro del presbiterio era collocato l’altare maggiore in pietra, sovrastato, nell’abside, da una grande pala raffigurante S. Nicola Vescovo; antistante all’altare vi era una graziosa balaustra.
In questo contesto, si inserivano in modo armonioso il battistero, l’acquasantiera e il pulpito, opere di artisti/artigiani locali e numerose statue, sia lignee che di cartapesta, oggi custodite nella cappella del Sacro Cuore, tra queste una pregevole S. Lucia in Cartapesta, la statua di ” Sant’Antonio da Padova, sempre in cartapesta, la statua dell’Immacolata, quella di San Gerardo ed altre, alcune delle quali erano opere devozionali.
La bellezza di questa chiesa viene messa in evidenza soprattutto durante le feste patronali infatti viene addobbata da una persona addetta, la quale si occupa di ornare la stessa con parati di lusso, stoffe, di vari colori arricchite da ricami, fiori di carta e quant’altro l’abilità di valenti artigiani e le laboriose mani delle ricamatrici locali sanno creare.
Il 2 novembre è una delle date più importanti infatti è consuetudine portare in chiesa il grano perché viene offerto in suffragio delle anime purganti dei propri cari defunti e inoltre durante la Settimana Santa, viene sempre accolto nella comunità un predicatore che intrattiene ogni sera i fedeli con lunghi sermoni, aiutando il parroco nelle confessioni e nelle altre funzioni liturgiche.
Pagina aggiornata il 24/11/2023