Tradizioni

Tradizioni popolari e religiose

Le tradizioni popolari e religiose di questo paese sono collegate per lo più alle festività che si continuano ad organizzare in onore del Santo Patrono San Vito Martire e degli altri Santi venerati nella comunità.
Il 2 febbraio si celebra la festa della “Candelora” con la benedizione delle candele a ricordo della presentazione del Signore Gesù al Tempio. Durante la preparazione alla festa si recita il Santo Uffizio della Beata Vergine Maria in lingua latina con relativa “Novena” presso la Chiesa S. Maria Ad Nives sita in via Regina Margherita e successiva processione attorno alla Chiesa a cura della Confraternita del SS.Rosario.

Questo è anche il periodo del carnevale che inizia il 17 gennaio: è usanza fare la “Màscaràt” cantando sonetti antichi e ballando. La gente offre ai partecipanti salsiccia e vino. Per quanto riguarda il costume alimentare in questo periodo le domeniche, il giovedì ed il martedì grasso, tutti usano mangiare pasta fatta a mano (orecchiette, fusilli, cavatelli) condita con sugo fatto “cu a spangèdd”. La fine di carnevale segna l’inizio della Quaresima con la celebrazione delle Ceneri.
In passato la funzione dell’imposizione delle Ceneri veniva fatta di mattina e nelle case dei credenti si rispettava, come in tanti casi si rispetta tuttòra, l’astinenza e il digiuno. Piatto tipico della Quaresima sono i “cavatiell cu a muddìch”, alimento privo di grassi e quindi quaresimale (si frigge la mollica con olio, aglio e pepe e la si sparge sulla pasta come il formaggio).

Si giunge, poi, al giorno delle Palme: si effettua la benedizione delle Palme e la processione seguita dalla lettura della Passione di Nostro Signore. E’ usanza che i bambini portino la Palma benedetta ai nonni, parenti, padrini e conoscenti e che questi regalino loro qualche moneta. Il lunedì, martedì e mercoledì Santo si celebra l’ “Ufficio” nella Congrega. Il giovedì Santo si celebra la Messa, si espone il Santissimo e si spogliano gli Altari coprendo le statue dei Santi. Fino a poche decine di anni fa i componenti della Confraternita giravano per le strade del paese cantando il “Te Deum” vestiti con la cotta nera ed il camice bianco, il cappuccio in testa e la croce addosso.

Durante la celebrazione in Chiesa si svolge il rito della lavanda dei piedi ai dodici Apostoli. Il venerdì Santo si effettua la processione di Gesù morto fino al calvario. Il sabato Santo si benedice il fuoco davanti la Chiesa e termina la Quaresima.
La mattina di Pasqua si usa mangiare la frittata con la salsiccia. La settimana Santa coincide anche con la preparazione dei biscotti e dolci per Pasqua. I biscotti più antichi erano fatti a ” làgana “, tagliati a strisce e cotti al forno. Si diede in seguito inizio alla preparazione dei taralli con uova e delle ciambelle, che vengono cosparsi da uno strato leggero di nespro, preparato con bianco d’uovo e zucchero, oppure con zucchero ed acqua, il cosiddetto zucchero filato. Si usano poi fare delle focacce con l’uovo intero e sodo collocato sopra per i bambini. In genere le focacce hanno la forma di bambole, cavallucci, borsette, ecc… (in dialetto vengono chiamate “pcclatièdd”).

La prima domenica di maggio si effettua la festività in onore della Madonna di Santa Maria dei Santi situata in una Cappellina in campagna a circa 5 chilometri dal paese. Ogni sabato del mese di maggio si celebra la Santa Messa nella Cappellina di campagna che molti fedeli raggiungono a piedi in segno di devozione. Il giorno della festa si effettua una processione che si dirige fino al punto in cui alcuni credenti avevano portato la Statua, intenzionati a trasferirla in paese, ma che appesantiti al punto di non riuscire più a sostenerla a spalle, tornarono indietro e, man mano che si avvicinavano alla Cappella, la Statua si faceva sempre più leggera. L‘8 maggio ed il 29 settembre si celebra la festività in onore di San Michele Arcangelo nei pressi della Cappella situata nel bosco Fratanorie. Negli stessi giorni si effettuano anche le fiere.

Nel mese di giugno si effettuano le feste patronali e precisamente: il 13 si festeggia “Sant’Antonio”, il 14 si festeggia il “Cuore di Gesù”, il 15 si festeggia il Santo Protettore “SAN VITO MARTIRE”.
Legata alla festa di San Vito c’è la tradizione del volo dell’Angelo: si veste un bambino da angelo con la spada, con in mano un cestino pieno di rose, e recita davanti al Santo una poesia gettando petali di rosa in omaggio devoto al Santo.
Dopo la recita della poesia segue la benedizione del pane che viene distribuito ai partecipanti e portato agli ammalati ed agli anziani non presenti alla cerimonia.
In questo periodo ricorre anche un’altra festa molto importante: quella del Corpus Domini. Per questa festa lungo le strade, i balconi, le finestre, vengono stese lenzuola ricamate, copriletti e vengono preparati degli altarini presso cui si ferma la processione per la benedizione. Al passaggio della processione le persone lanciano dai balconi e dalle finestre petali di fiori.

Il 16 luglio si festeggia la Madonna del Carmine con messa e relativa processione. Il 16 agosto si festeggia San Rocco mentre la seconda domenica di settembre vi è la festività in onore di San Gerardo Maiella.
Il secondo lunedì del mese di ottobre vi è un’altra festa in onore di San Vito Martire con messa e relativa processione per le vie cittadine. A dicembre ricorre la festa dell’ Immacola Concezione che dà inizio ai preparativi per il Santo Natale. Il giorno 13 ricorre invece la festa di Santa Lucia. Si preparano per il Santo Natale le “scarpedd” e i “cauzun e cìcr“.

Le “scarpedd” sono fatte con la pasta del pane ben lievitata, unita a patate bollite e schiacciate che poi vengono fritte e infine cosparse di vino cotto, ovvero mosto bollito. Si usa molto anche il miele.
I “cauzun r cicr” invece si fanno pestando dei ceci in un mortaio, si aggiunge della cannella, del cacao, zucchero e si imbottiscono i dolci che vengono cosparsi in seguito di vino cotto e miele.

 

 

 

Pagina aggiornata il 24/11/2023